Uno studio di coorte conferma il ruolo protettivo di un’alimentazione ricca in antiossidanti
25 Febbraio, 2022
Sono sempre di più le evidenze a supporto del contributo che il consumo di alimenti ricchi in antiossidanti, dotati in genere anche di azione antinfiammatoria, potrebbe dare nella modulazione dello stress ossidativo associato alle malattie croniche non trasmissibili, con un conseguente miglioramento dello stato di salute generale.
Un’ulteriore conferma viene da questo studio di popolazione, basato sui dati della coorte del Singapore Chinese Health Study, composta da oltre 63.000 soggetti di età compresa tra 45 e 74 anni, che è stata suddivisa in quartili in base alla capacità antiossidante totale della dieta, calcolata come somma del potere antiossidante dei singoli nutrienti consumati giornalmente all’inizio dell’osservazione.
Al termine dei circa 19 anni di follow up, la mortalità per tutte le cause, cardiovascolare e per malattie respiratorie è risultata ridotta rispettivamente del 15%, 18% e del 24% tra le persone che avevano adottato un’alimentazione con una capacità antiossidante complessivamente più elevata in confronto a coloro che seguivano una dieta più povera di antiossidanti. Tra i soggetti con il punteggio più alto non si osservava invece alcuna riduzione significativa del rischio di mortalità per tumori. Tra tutti i componenti degli alimenti ad azione antiossidante la vitamina C, la vitamina E, i carotenoidi e i flavonoidi, contenuti in abbondanza nella frutta e nella verdura, sono emersi come i maggiori responsabili dell’associazione protettiva statisticamente significativa nei confronti della mortalità per tutte le cause, tranne che per i tumori.
Questi risultati confermano ancora una volta la validità delle raccomandazioni delle linee guida nutrizionali ad aumentare i consumi di alimenti con elevata capacità antiossidante, come ad esempio frutta e verdura di stagione, per vivere più a lungo e in salute. Rimane, tuttavia, ancora acceso e controverso il dibattito sul ruolo dei composti naturali ad azione antiossidante nella prevenzione dei tumori.
Dietary total antioxidant capacity and mortality outcomes: the Singapore Chinese Health Study
Sheng LT, Jiang YW, Pan A, Koh WP.
Eur J Nutr. 2022 Feb 5. doi: 10.1007/s00394-022-02812-3. Epub ahead of print.
PURPOSE: To evaluate the relations of dietary total antioxidant capacity (DTAC) with mortality outcomes in a Chinese population.
METHODS: The study included 62,063 participants from the Singapore Chinese Health Study. The participants were 45-74 years at baseline (1993-1998) when dietary data were collected with a validated 165-item food frequency questionnaire. The DTAC was derived using two widely adopted scores of integrated dietary consumption of antioxidant nutrients, i.e., the Comprehensive Dietary Antioxidant Index (CDAI) and Vitamin C Equivalent Antioxidant Capacity (VCEAC). We used Cox proportional hazard model to estimate the hazard ratios (HRs) and 95% confidence intervals (CIs) for the associations with adjustment for potential confounders.
RESULTS: During 1,212,318 person-years of follow-up, 23,397 deaths [cardiovascular diseases (CVD): 7523; respiratory diseases: 4696; and cancer: 7713] occurred. In multivariable models, the HR (95% CI) comparing participants in the highest vs. lowest quartile of CDAI was 0.85 (0.82, 0.88) for all-cause mortality, 0.82 (0.76, 0.88) for CVD mortality, 0.76 (0.70, 0.83) for respiratory disease mortality (all P-trend < 0.001), and 0.94 (0.88, 1.00) for cancer mortality (P-trend = 0.16). Similar associations were found with the VCEAC index. Higher intakes of the DTAC components, i.e., vitamin C, vitamin E, carotenoids, and flavonoids, were all associated with lower mortality risk.
CONCLUSION: Diet with a higher antioxidant capacity in midlife was associated with a lower risk of all-cause, cardiovascular and respiratory disease mortality in the Singapore Chinese population, supporting the public health recommendation of consuming more plant-based foods that are rich in antioxidant nutrients.
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